STAGIONE TEATRALE DI PROSA 2010-2011   -   Teatro Comunale di Todi (PG)


sabato 30 ottobre 2010

Sebastiano Lo Monaco
NON SI SA COME

di Luigi Pirandello

riduzione di Nicola Fano - con Maria Rosaria Carli
e con Mirko Rizzotto, Giuseppe Cantore, Elena Aimone
musicisti: Giovanni Zappalorto, Stefano Lenci
Alessandro Maietta, Lucio Villani, Maurizio Audino
scene di Giacomo Tringali - costumi di Cristina Darold
movimenti coreografci di Fabrizio Angelini
regia di Sebastiano Lo Monaco

Su una nave da crociera degli anni Trenta c’è una compagnia di comici di Rivista che ogni pomeriggio prova numeri nuovi da proporre la sera ai croceristi. Due coppie e un amministratore formano il gruppo guidato da un uomo che gli altri chiamano il Conte: forse ha un passato aristocratico. Noi incontriamo i comici mentre provano i loro numeri, ma presto veniamo a scoprire di più della loro vita. In realtà, le due coppie sono legate anche da un incastro di segreti: in passato i ruoli si sono incrociati e ognuno dei due uomini ha consumato una passione con la moglie dell’altro. Forse si amano ancora così, intersecando la loro realtà con le loro aspirazioni e i loro destini. Forse non di certo il Conte si diverte a chiosare realtà, aspirazioni e destini. Il tutto tra una prova e l’altra, tra una canzone e l’altra. Fino al colpo di scena finale, quando i tradimenti intrecciati saranno rivelati e la realtà apparirà troppo pesante per essere trasformata in fantasia filosofica. Dunque uno spettacolo che è un omaggio estremo a Pirandello, perché infila una sua trama in un contesto sociale che gli è lontanissimo, quello della comicità popolare.

sabato 20 novembre 2010

Progetto U.R.T. – COMPAGNIA JURIJ FERRINI

LA LOCANDIERA

di Carlo Goldoni

con Jurij Ferrin, Massimo Boncompagni
Roberta Calia, Andrea Cappadona, Rosario Petix
Claudia Salvatore, Wilma Sciutto e Angelo Tronc
a

“L’opera è senza dubbio uno degli indiscutibili capolavori goldoniani e a noi offre ancora una volta un canovaccio in lingua italiana - è un sollievo per un attore recitare talvolta senza il filtro di una traduzione - una lingua italiana particolare, ricca, calda, vitale, piena di sapore come lo è la cucina tradizionale del nostro paese e nello stesso tempo leggèra e speziata (al rosmarino direi) spesso estremamente elegante; in questo senso, nel senso della ricerca delle sonorità linguistiche, il nostro lavoro - che tenta di equi-distanziarsi dall’italiano disinvolto e annacquato che ogni giorno la televisione ci propina e da ogni manierismo teatrale - ritrova in questo testo un materiale ricco di spunti comici e di improvvise virate ritmiche, di altalene melodiche e movimenti rapidi. Un gioiello. Questo spettacolo è un work in progress sulla spassosa commedia di Carlo Goldoni. Il lavoro su questo testo ci ha riportato concettualmente alla continuazione di ciò che era nato con la nostra fortunata Mandragola, spettacolo che superò le 170 repliche riscuotendo grande successo in tutta Italia poggiando solo sul potere evocativo del linguaggio e la precisione del gesto (gli attori recitavano in jeans) ma in questo caso il punto di partenza è stato opposto: siamo partiti da uno spettacolo che - rapportato alle nostre possibilità economiche - era assolutamente “ricco” e completo di scene, costumi e attrezzeria per poi giungere recita dopo recita ad eliminare tutto ciò che era inutile all’azione”. Jurij Ferrini

sabato 18 dicembre 2010

IL LAVORO DELL'ATTRICE
SUL PRODUTTORE

di Riccardo Leonelli
con Francesco Branchetti e Veronica Gentili
musiche di Pino Cangialosi
 


L’attrice e il Produttore: sei quadri differenti per sei differenti coppie che variano nel carattere e nel look, ma interpretate sempre dagli stessi due attori. Nel primo quadro troviamo l’attrice ingenua alle prese con uno scaltro produttore che tenta in tutti i modi di farle capire che per lavorare è necessario essere molto “disponibili”. Nel secondo un produttore cinico e senza scrupoli arriva quasi a violentare psicologicamente un’attrice di principi, ma forse troppo polemica e disillusa. Nel terzo quadro la protagonista prorompente e maldestra cerca con ogni mezzo di sedurre una preda che si rivelerà, purtroppo per lei, omosessuale. Nel quarto un’attrice da “grande fratello” si propone ad un produttore alla ricerca di coerenza, il quale, nonostante voglia favorire professioniste di talento, deve soccombere all’ennesima raccomandazione proveniente dall’alto. Nel quinto il produttore vuole portarsi a letto a tutti i costi una bellissima attrice dell’Est Europa, tentando invano di ammaliarla con pseudo-conoscenze intellettualistiche che non fanno altro che peggiorare la situazione. Nel sesto quadro, infine, l’attrice intraprendente si offre disperatamente al produttore, giocandosi così l'ultima chance di una carriera arrivata ai trent’anni e necessariamente bisognosa di una svolta; il finale sorprenderà tutti, produttore compreso.

sabato 22 gennaio 2011


STAGIONE TEATRALE DI PROSA 2009-2010   -   Teatro Comunale di Todi (PG)
sabato 9 gennaio 2010 - ore 21.15







Video - FRANCESCA REGGIANI
intervista di Barbara isidori


sabato 23 gennaio 2010 - ore 21.15




Video - ROBERTO ALPI
intervista di Barbara isidori



Video - GIULIA CAVALLI
intervista di Barbara isidori



sabato 13 febbraio 2010 - ore 21.15








Video - CORRADO D'ELIA
intervista di Monica Lecchini


venerdì 19 marzo 2010 - ore 21.15



Video - CATHERINE SPAAK
intervista di Monica Lecchini


Video - STEFANO PORRI & MONICA LECCHINI
intervista di Stefano Mezzanotte

domenica 18 aprile 2010 - ore 21.15

Nino Castelnuovo
L'ESTATE E' GIA' ALTROVE


Video - L'ESTATE E' GIA' ALTROVE


Video - NINO CASTELNUOVO
intervista di Barbara isidori


Video - MARIA CRISTINA DI NICOLA
intervista di Barbara isidori


Video - FRANCESCO PUCCIO
intervista di Barbara isidori

- - -   un ringraziamento a Stefano Porri per la gentile collaborazione ed a tutti gli artisti per la cortese disponibilità - - -







STORIA DEL TEATRO COMUNALE DI TODI


Il "Teatro Comunale" di Todi fu inaugurato nel 1876. In occasione della prima fu messa in scena l’opera del compositore italiano, Giuseppe Verdi: “Un ballo in maschera”. La struttura ha un altissimo rilievo storico ed artistico, fu infatti disegnata dall’architetto Gatteschi e l’interno fu impreziosito dalle opere di Brugnoli che disegnò sul sipario un affresco raffigurante la visita dell’Ariosto a Todi. Brugnoli fu lo stesso artista chiamato a decorare gli interni del teatro dell’Opera di Roma. Eleganza e signorilità fanno del teatro Comunale di Todi uno dei monumenti più belli dell’intera regione umbra. La pianta del teatro comunale di Todi è a forma di ferro di cavallo, in classico stile all’italiana. Il teatro ospita circa 500 spettatori tra la platea ed i 4 ordini di palchi retrostanti. La programmazione è curata dal teatro Stabile dell’Umbria e prevede un ricco cartellone di appuntamenti interamente dedicati alla prosa ed alle opere classiche del teatro nazionale ed internazionale.


















STORIA DEL TEATRO SOCIALE DI AMELIA

Nel 1780 un gruppo di nobili e di borghesi della città di Amelia, allora fiorente centro dello Stato della Chiesa, di secolari tradizioni culturali, si riunì deciso ad uno sforzo comune per costruire un nuovo Teatro.Tra i maggiorenti prevalse nettamente l'idea di realizzare subito e con denaro privato il nuovo Teatro, dove popolo e aristocrazia, il Ceto Civico e il Ceto Nobile, continuassero insieme a godersi le "arie" dell'egemone melodramma italiano, i minuetti e le danze che venivano dalla Francia, le pantomime e i battibecchi che, col vecchio Goldoni, perpetuavano la tradizione nostrana della Commedia dell'Arte. Il 23 febbraio 1782 si tenne la "congragazione" di fondazione, presieduta dal Marchese Orso Orsini, cui parteciparono i primi 27 soci, subito portati a 36. Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati al Conte Stefano Cansacchi, architetto assai stimato anche oltre i confini dello Stato, esponente dell'Accademia perugina del Disegno, di cui faceva parte anche il giovanissimo Gian Antonio Selva, il quale dieci anni dopo, avrebbe realizzato a Venezia, appena trentanovenne, il Teatro della Fenice, straordinariamente simile all'architettura, nell'impostazione e persino nella decorazione al modello amerino. I lavori, con la spesa di 4.000 scudi cominciarono subito e nel 1783 la struttura essenziale era eretta (tale infatti è la data indicata sulla trabeazione dell'ingresso principale, che reca il moto dedicatorio "HONESTO CIVIUM OBLECTAMENTO"). Numerosi sono stati gli interventi di ammodernamento e restauro, che si sono succeduti negli oltre due secoli di vita del Teatro. Nel 1823 fu aperta la fossa orchestrale o "golfo mistico", per rispondere alle esigenze imposte dal nuovo modello di opera lirica. Nel 1866, eliminate due grandi statue che erano state poste dal Cansacchi ad ornamento dei due lati del proscenio, furono realizzati gli attuali sei palchi di proscenio, che, in aggiunta ai 44 preesistenti, portarono il numero totale dei palchi ai 50 attuali, distribuiti sui tre ordini (17 per ciascun ordine, con lo spazio centrale del primo ordine occupato dalla porta d'ingresso) oltre all’ampio loggione . Negli anni tra il 1880 e il 1886 tra l'altro, furono eseguite le decorazioni e gli affreschi, che tuttora mirabilmente ornano il Teatro, ad opera di Domenico Bruschi, artista assai celebrato per i suoi interventi in altri teatri, tra cui il Caio Melisso di Spoleto, e in edifici pubblici e privati. A lui si deve anche lo stupendo telone raffigurante il leggendario assedio di Amelia da parte del Barbarossa, che si affiancò all'altro preziosissimo, di squisita fattura settecentesca, ed il vivace affresco, che decora la volta della sala principale.Nel 1912-1913 il Teatro venne dotato di illuminazione elettrica. I lavori di ristrutturazione eseguiti tra il 1982 e il 1985, con un ingente contributo da parte della Società Teatrale, hanno consentito di ottenere il parere favorevole della Commissione Provinciale di Vigilanza sui pubblici spettacoli e quindi, dicembre 1995, l'agibilità dei locali ai sensi della legge. L’ultimo restauro terminato nel 2006 ha consentito il recupero dello spazio esterno adattato a teatro all’aperto (220 posti ca.) e comprendente il belvedere sottostante la splendida vallata nonché, nel sotterraneo, una nuova sala del ridotto debitamente attrezzata di tutti i confort. Il teatro amerino costituisce uno dei rari residui esemplari di teatro settecentesco realizzato interamente in legno, dalle strutture ai meccanismi scenici tuttora perfettamente funzionanti, nel corso della sua storia. Il Teatro, tutt’oggi di proprietà della stessa Società Teatrale sorta per la sua realizzazione, ha ospitato tutte le maggiori opere liriche del repertorio italiano settecentesco ed ottocentesco, con la partecipazione dei più grandi artisti italiani e stranieri, nonché spettacoli di musica sinfonica e cameristica. Da menzionare anche l’ampio palcoscenico, di notevole altezza utilizzato come scenografia per 42 film alcuni celeberrimi come il “Marchese del Grillo” con A. Sordi o il “Pinocchio” di Comencini con N. Manfredi. Il Ministero dei Beni Culturali a dichiarato il Teatro di Amelia monumento di particolare interesse storico ed artistico.